DAS ZWISCHEN TAG UND NACHT
L’uomo è “Das Zwischen-Tag-und-Nacht”, come ha scritto Fink; è un essere che sta tra la notte ed il giorno. Egli, come ci ha ricordato anche Rilke, abita entrambi i regni: quello della vita e quello della morte. All’interno del pensiero moderno, che ha scoperto la proliferazione infinita degli orizzonti, questo ci appare come uno dei sentieri percorribili. La consapevolezza di trovarsi in uno spazio in cui tutti gli orizzonti sono possibili e quindi dove nessuno lo è veramente, ci porta ad essere sradicati nell’assenza di luogo; ci de-situa nell’atopia. Questo è il nuovo profilo di cui scrive Simone Weil, perché è proprio nell’atopia che si trova molta più realtà, che si ritrova l’orizzonte denso delle cose, l’orizzonte della frammistione e della mescolanza.
As Fink has written, man is “Das Zwischen-Tag-und-Nacht”: a being halfway between day and night. As Rilke has also reminded us, man inhabits both realms: that of life and that of death. For modern thought, which has discovered the infinite proliferation of horizons, this seems a path that can be followed. Knowing that we are in a space where all horizons are possible and, therefore, where none of them actually exist, leads us to be uprooted because we are homeless: we are uprooted by atopia. This is the new situation Simone Weil has written of just because in atopia there is to be found much more reality, a horizon packed with things, the horizon of blending and mixing.